Tonda o quadrata? È questa la domanda che si fanno molti agricoltori quando devono scegliere una pressa. Da un lato c'è chi sostiene che le rotopresse siano migliori e più facili da utilizzare, dall'altro c'è chi sostiene che sono invece le big baler ad offrire le migliori performance. La ragione come spesso accade sta nel mezzo. Infatti, a seconda della destinazione d'uso e di diversi altri fattori, prevalgono le ragioni di una o dell'altra. Cerchiamo di fare il punto.
 

Rotopresse, pro e contro

Le rotopresse, a camera fissa o variabile, hanno il grande pregio di essere macchine affidabili e  relativamente poco costose. Attaccate ad un trattore anche di non elevata potenza sono in grado di raccogliere e compattare fieno, paglia o insilato. Inoltre le rotoballe possono essere fasciate con semplicità, poiché il film plastico si posiziona in maniera uniforme sulla superficie del materiale vegetale.

Di contro le rotopresse offrono performance inferiori a livello di pressatura del materiale vegetale. "Una rotopressa a camera fissa ad esempio riesce ad arrivare a 140-145 chilogrammi di sostanza secca per metro cubo e anche se le rotopresse a camera variabile riescono a fare meglio, fino a 180 chilogrammi di sostanza secca, è inevitabile che all'interno della balla venga intrappolata dell'aria, che nel caso di prodotti insilati rappresenta un problema", spiega Carlo Bisaglia, ricercatore del Centro di ingegneria e trasformazioni agroalimentari del Crea.
 
Rotopressa Vicon RV5216
Rotopressa Vicon RV5216

Ma minore densità si traduce anche in maggior numero di balle per superficie lavorata. Questo significa la necessità di avere maggiori spazi in azienda e quindi una logistica più complessa, senza contare che le balle tonde sono più difficili da movimentare e conservare, poiché la forma circolare 'spreca' spazio.
 

Big baler, pro e contro

Accanto alle rotopresse gli agricoltori possono optare per presse quadre. "Il grande pregio di questi macchinari è la possibilità di formare balle ad alta densità, pari a 200-210 chilogrammi di sostanza secca per metro cubo. Alta densità significa meno aria all'interno della balla ma anche un numero di balle minore per superficie lavorata", sintetizza Bisaglia.

Le balle quadre hanno poi il grande pregio di poter essere movimentate con facilità e di essere stoccate in maniera efficiente, come anche di essere trasportate per lunghe distanze su rimorchi.


Non mancano però gli svantaggi. Primo fra tutti il costo dell'attrezzatura, che nel caso delle big baler è maggiore rispetto a quello di una rotopressa. Per questo motivo ad optare per queste attrezzature sono soprattutto i contoterzisti, che hanno bisogno di macchine con performance elevate. Oppure chi fa produzione di fieno, paglia o insilato per la vendita. In questo caso è comodo poter contare su una macchina che garantisce un numero ridotto di balle e di dimensioni tali da poter essere trasportate con facilità.

Le big baler, inoltre, raggiungendo livelli di densità elevati richiedono trattori di potenza più elevata con maggiori consumi e, vista la forma delle balle, si hanno maggiori difficoltà nella fasciatura che può risultare meno precisa.
 

Balle tonde o quadre? Pari e patta

Chi vince dunque la sfida tra rotopresse e imballatrici prismatiche? Come sempre non ci sono vincitori o vinti ma la scelta tra le due categorie dipende dalla tipologia di azienda. Le rotopresse sono macchine meno costose, versatili che vanno bene per le aziende medio-piccole o per quelle che producono molto insilato.

Mentre le big baler sono più adatte ai contoterzisti o a grandi aziende che hanno bisogno di performance elevate e di avere un prodotto facilmente trasportabile e stoccabile.