L'attenzione alla qualità e l'investimento in tecnologia sono da sempre i marchi di fabbrica di Berti Macchine Agricole. Dunque, non stupisce che la casa specializzata nella produzione di trinciatrici e diserbatrici abbia deciso di ammodernare lo stabilimento di Caldiero (Verona), ampliandolo e adeguandolo ai principi dell'Industria 4.0 per rispondere ancora meglio alle richieste della clientela.

L'inaugurazione del sito produttivo - tenutasi sabato 11 maggio 2019 - è stata anche l'occasione per celebrare i 60 anni di attività e sottolineare la strategia di Berti. "Crediamo tutti i giorni in quello che facciamo. Per scelta abbiamo deciso di rimanere in Italia, perché riteniamo che garantire la qualità del made in Italy e del servizio faccia la differenza" dichiara Filippo Berti, alla guida dell'azienda insieme alla sorella Alessandra.

Altri punti posti in evidenza nel corso dell'evento inaugurale sono stati l'approccio cauto agli investimenti, la passione messa nel lavoro quotidiano e la coesione esistente tra i 75 dipendenti, rimasti uniti anche nei momenti più difficili.
 
Muletti autonomi per la movimentazione delle macchine Berti
Muletti autonomi per la movimentazione delle macchine Berti
 

Tecnologia all'avanguardia a Caldiero

Negli ultimi anni la crescita della domanda dei macchinari agricoli e professional (oltre 500 i modelli a listino) ha spinto Berti ad acquistare il terreno di 20mila metri quadrati vicino alla sede e ad avviare il progetto di ampliamento della struttura, divenuta troppo piccola per gestire in modo ottimale il boom produttivo. Dal 2015 al 2018, sono stati realizzati le parti murarie e gli impianti interni della nuova area, dove sono poi stati trasferiti alcuni processi di produzione.
In seguito, tra l'anno scorso e quest'anno, i lavori hanno permesso l'ammodernamento dello stabilimento già esistente e la creazione di un nuovo spazio per lo sviluppo delle linee di macchine agricole.

"Abbiamo investito circa 16 milioni di euro per il sito produttivo attuale e abbiamo intenzione di investire altri tre milioni nei prossimi due anni per la realizzazione di un nuovo magazzino - spiega Massimo Maiorano, manager sales di Berti Macchine Agricole -. Tale deposito prenderà il posto di quello attuale in modo tale da ottimizzare le operazioni logistiche".
 
Impianto robotizzato per la verniciatura delle attrezzature Berti
Impianto robotizzato per la verniciatura delle attrezzature Berti

Dedicata all'assemblaggio, alla verniciatura, al controllo e alla spedizione delle macchine, la fabbrica appena inaugurata sorge su una superficie di 38mila metri quadrati - di cui 20mila coperti - e vanta strutture che proiettano la produzione di Berti nell'era dell'automatizzazione e dell'interconnessione. "Sono stati introdotti tre magazzini automatizzati verticali, un impianto di verniciatura e uno di imballaggio robotizzati, nonché muletti autonomi per la movimentazione e lo stoccaggio delle attrezzature ultimate" aggiunge Maiorano.

Inoltre, nuovi software integrati comunicano tra loro mantenendo tutti i processi produttivi interconnessi e tracciati. "Gli ultimi sistemi informatici permetteranno all'azienda di aumentare la velocità, l'efficienza, la qualità della produzione e - prosegue Maiorano - ai suoi 250 concessionari di controllare lo stato di avanzamento degli ordini direttamente dal loro computer".
 
Impianto robotizzato per l'imballaggio delle macchine Berti
Impianto robotizzato per l'imballaggio delle macchine Berti
 

Berti a gonfie vele

Forte del rinnovamento del proprio stabilimento, la casa costruttrice punta ad incrementare la capacità produttiva del 50% entro due anni. "Oltre a voler aumentare le unità prodotte ogni giorno da 12 a 20 e ridurre i tempi di attesa da 60 a 30 giorni, l'azienda ha intenzione di lanciare una nuova linea di macchine agricole, che - sottolinea Maiorano - probabilmente sarà pronta dopo il 2020".

Dunque, le prospettive future sono buone per Berti Macchine Agricole, che nel 2018 ha prodotto circa 5.300 attrezzature (4.600 agricole) e ha realizzato un fatturato pari a 27,3 milioni di euro (26 nel 2017). "Il 65% di questi deriva dalle esportazioni all'estero, in particolare in Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda e Giappone, mentre il resto dalle vendite in Italia - conclude Maiorano -. Gli ordini dall'estero e quelli dal nostro paese sono cresciuti nella stessa proporzione".