Frutto dell'incontro di fattori politici (Dazi statunitensi ma anche tensioni geopolitiche in paesi forti produttori di materie prime), di flussi commerciali e del contesto economico globale, il quadro mondiale nel quale inevitabilmente si muovono le grandi e piccole realtà afferenti al settore delle macchine agricole, influenza con forza crescente l'andamento dei singoli mercati nazionali.

È da cercare nel buon prezzo delle principali derrate agricole la spinta principale al mercato mondiale delle trattrici cresciuto nel 2017 di 13 punti percentuali (2,15 milioni di unità) ma segnato nei primi nove mesi del 2018 (dati Agrievolution) da forti cali in Turchia (-29%) dove l'incertezza economica e la svalutazione monetaria hanno assestato un duro colpo, in Cina dove il crollo è a due cifre (-26%) dopo il trend di forte crescita cui ci aveva abituato, in Giappone (-8%) e in Russia (-3%). Stazionario il Brasile dove l'incertezza politica non ha consentito di crescere mentre è consistente lo sviluppo in India che si fa fotografare con un +8% e negli Stati Uniti (+8%).
 
Vendita trattrici nel mondo primi 9 mesi 2018. Fonte Agrievolution elaborazione FederUnacoma
Dati vendita trattrici mondo nei primi nove mesi del 2018. Fonte: Agrievolution. Elaborazione: FederUnacoma

 

Europa, giù giù

Segna meno 5% il termometro europeo delle immatricolazioni di trattrici. A raffreddare le speranze, la Francia che perde 8 punti percentuali, la Germania (-9%) e la Spagna (-10%). All'effetto Mother Regualtion, che aveva fatto lievitare tutti i principali mercati europei a fine 2017, si aggiunge l'andamento climatico non positivo che ha condizionato i raccolti dell'intero continente e le quotazioni in calo dei prodotti zootecnici in particolare delle carni suine.
"Non si tratta di una crisi strutturale - rassicura il presidente FederUnacoma Alessandro Malavolti nel corso della conferenza stampa tenutasi ad Eima International. La domanda di macchinario, al di là delle difficoltà congiunturali è alta. L'agricoltura è in crescita e diverse sono le aree dove si punta ad incrementare la produttività".
 Vendita trattrici Europa gennaio-settembre 2018
Dati vendita trattrici Europa nei primi nove mesi del 2018. Fonte: Agrievolution. Elaborazione: FederUnacoma

 

All'Italia piace "vecchio" 

Dovremmo raggiungere entro fine anno un volume di trattrici immatricolate - nei primi dieci mesi il dato è fermo a 15.920 unità, il 6% in meno del 2017 - che si aggira sulle 19mila unità rimanendo in linea con gli ultimi anni.
Andamento negativo anche per le trattrici con pianale di carico (-18%), le mietitrebbie (-1,5% su un numero comunque esiguo e pari a 317 lo scorso anno) mentre sono stabili i sollevatori telescopici e i rimorchi.

Sintomatico di un entusiasmo in discesa nella propensione ad investire, è il calo della produzione industriale italiana (-0,3% dato relativo al mese di ottobre) seppur affiancato ad un valore del Pil in crescita. 

A crescere spaventosamente è invece il mercato dell'usato. Sul volume totale di vendita relativo al 2017 e pari a 57.900 unità, sono ben 35.200 quelle usate. Un dato che dal 2014 (24.766 unità vendute) è cresciuto del 42% e che già nei primi mesi del 2018 è arrivato a contare 29.771 unità vendute, in crescita del 7,2% sul 2017.

"È un controsenso che nel nostro paese parallelamente agli sforzi fatti per adeguare 'il nuovo' a normative stringenti su sicurezza ed emissisoni - commenta Malavolti - le aziende, per evidenti ragioni di natura economica, rispondano al fabbisogno di mezzi meccanici acquistando macchine usate - spesso con 20 anni di vita - che non apportano miglioramenti alle performance aziendali in quanto spesso obsolete ed inefficienti".
La definizione di un piano pluriennale stabile per la gestione dell'immenso parco macchine nazionale, potrebbe secondo il presidente FederUnacoma essere un primo importante passo a cui affiancare una gestione centralizzata e omogenea dei Psr spesso sotto utilizzati da diverse regioni. "L'effetto Stop&Go provocato dalla gestione dei Psr - rincara Malavolti - mette in crisi le case costruttrici che devono far fronte a picchi di ordini in concomitanza con le erogazioni dei fondi Psr seguiti da periodi di vuoto negli ordini".