“Oggi la prima valutazione da fare quando si prende in affitto un terreno o si acquista un’azienda agricola è la presenza o l’accesso all’acqua. I cambiamenti climatici incidono ormai per il 50% del risultato finale in ambito cerealicolo e se un imprenditore non ha accesso alle risorse idriche, è meglio che non si avventuri nella gestione dell’azienda”.
Parola di Alfredo Zanirato, presidente di Cai Rovigo, imprenditore agromeccanico che lo scorso anno ha coltivato diverse centinaia di ettari di cereali. “L’agricoltura non può ispirarsi a modelli consolidati, tradizionali, altrimenti affonda – prosegue -. Anche nel Polesine si sta verificando una metamorfosi sul piano delle coltivazioni che fino a qualche anno fa era impensabile. Colpa dei prezzi bassi delle commodity cerealicole, dei cambiamenti climatici e di una redditività che non permette alle aziende agricole di sopravvivere”.

Il fattore redditività e la gestione delle nuove sfide legate alla produzione di frumento (duro, tenero di forza e panificabile) saranno al centro dell’evento in programma mercoledì 23 maggio alle 10.00 all’azienda agricola “Bordeghina” a Pontecchio Polesine (Ro).

Fra gli attori coinvolti, la Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, Cai, e la divisione Crop Protection di BASF Italia, che presenterà un nuovo fungicida e le soluzioni per concia e difesa del grano.
Molteplici fattori stanno contribuendo a ridisegnare l’agricoltura sul piano sociale e occupazionale. “Gli agricoltori stanno cercando di affittare i terreni e si sta verificando un fenomeno di concentrazione, con i piccoli e medi agricoltori che abbandonano e le imprese più grandi che crescono sempre di più dal punto di vista dimensionale. Oggi chi ha 30-40 ettari e non ha zootecnia o colture specializzate cerca di affittare, ma per gestire aziende sempre più estese bisogna essere strutturati”.

L’agricoltura rodigina ha fatto i conti con una dinamicità evolutiva molto accelerata. “Solamente nell’ultimo anno sono calate del 30% le semine di mais, mentre il frumento duro, anche grazie ai contratti di filiera, è aumentato dello stesso valore in termini di superfici”, rivela Zanirato.

I costi di affitto, però, sono onerosi e si aggirano sugli 800-1.000 euro all’ettaro per i cereali. “Molto spesso gli stessi agromeccanici evitano di affittare direttamente e preferiscono svolgere i servizi, garantendo così un’economicità nei costi di gestione che rappresenta un vantaggio concreto per l’impresa agricola”, dice il presidente di Cai Rovigo.
Parallelamente, è cambiato il ruolo dell’imprenditore agromeccanico. “Non è più un mero erogatore di servizi agricoli, ma si è trasformato in un consulente dell’impresa agricola, alla quale garantisce programmi precisi che vanno dalla preparazione dei terreni alla scelta della varietà del seme, fino alla raccolta e allo stoccaggio del prodotto – spiega Zanirato -. Molto spesso siamo affiancati nella nostra consulenza da un agronomo, in modo da fornire una professionalità immediata ad ampio raggio, che comprende la protezione del suolo, la difesa dell’ambiente e la tutela del paesaggio, elementi verso i quali c’è una sensibilità molto forte e con la quale noi agromeccanici dobbiamo costantemente tenere presente”.

Il futuro, chiaramente, sarà l’agricoltura di precisione. “Dovranno essere le imprese agromeccaniche a offrire il servizio, facendo da consulenti, magari su un progetto di durata pluriennale e altamente specializzato, perché solo attraverso l’innovazione e la pianificazione razionale delle attività di impresa si riesce in questa fase di prezzi bassi, a fare marginalità”.

La Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani vuole fare sistema e collaborare con tutti gli attori della filiera, dalla prima lavorazione in campo alla raccolta del prodotto agricolo, spingendosi fino a nuove opportunità di lavoro, che comprendono la conservazione del prodotto agricolo e la sua trasformazione”, ricorda Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai.