Si è parlato di vitivinicoltura mercoledì 7 maggio a Treviglio presso la sede Same Deutz Fhar durante l'incontro 'Conoscere per competere sul mercato'.
Più precisamente, l'analisi condotta dagli esperti che si sono alternati sul palco dell'auditorium Sdf, hanno indagato quelle che, alla luce della contingente crisi dei mercati, della nuova Pac e delle sempre più importanti innovazioni tecnologiche, varietali e di lotta alle avversità a servizio del viticoltore, sono le prospettive di un settore trainante per l'economia nazionale.

Fotografia del mercato: export e flussi interni  
Al settore va attribuito il merito del saldo positivo registrato dalla bilancia dell'agroalimentare italiano nel 2013 pari a 4,9 miliardi di euro.
Di questi, come spiegato da Carlo Flamini, direttore del Corriere Vinicolo organo d'informazione dell'Unione italiana vini, un input in valore di 4.7 miliardi di euro caratterizzato da un trend positivo negli anni, è da attribuire al vino.


Carlo Flamini, direttore del Corriere Vinicolo

Un flusso decisamente orientato all'export la cui 'portata' nel 2013, escludendo lo sfuso, è stata di 14 milioni di ettolitri per un valore di 4,5 miliardi di euro. Di questi, il 50 per cento è stato assorbito dal mercato europeo, mentre l'11 percento ha raggiunto i paesi extra Ue, il 31 per cento l'America e il solo il  7 per cento l'Asia.
"Scarso, troppo scarso - chiarisce Flamini -, il mercato cinese il cui valore è fermo a 100 milioni di euro con una crescita in 13 anni di poco meno di due punti percentuali". 
Osservando il quadro, Flamini ha posto in evidenza come in caso di una crisi dei  mercati chiave, quale ad esempio la Germania, o di ipotetiche nuove politiche commerciali, l'Italia non sia ancora riuscita a crearsi uno sbocco alternativo

Analisi che assume un peso ancora maggiore leggendo i dati relativi ai consumi del mercato interno che evidenziano, nel periodo 2008-2013, una inversione di tendenza a favore dei consumi saltuari - 14 milioni di persone - a discapito di quelli abituali - 13.9 milioni.
Scarto piccolo ma significativo e indicativo di un 'travaso' di 1.2 milioni di persone avvenuto in un totale di consumatori interni pari a 28 milioni di persone, rimasto stabile.
"Per capire se si tratta di un trend strutturale o meno - ha chiarito Flamini -, occorre attendere la fine della crisi che però non rappresenta l'unico fattore d'incidenza. Ad essa, si aggiunge, ad esempio, il fattore migratorio che aumenta il campione di nuovi consumatori con abitudini diverse".

Il tassello della Pac nella vitivinicoltura
Senza evidenziare grandi novità dall'approvazione dei regolamenti di base avvenuta il 17 dicembre 2013 e adottati l'11 marzo scorso, Angelo Frascarelli docente dell'Università di Perugia facoltà di Agraria, ha fatto luce sugli effetti che a breve, in attesa che l'Italia compia entro luglio le scelte applicative nazionali, interesseranno il settore vitivinicolo.

Strutturata su tre strumenti chiave, pagamenti diretti, Ocm unica e Sviluppo rurale, la nuova Pac, ha spiegato Frascarelli, "conferma l'intenzione di non intervenire più direttamente sul mercato neanche in caso di crisi". 

Le risorse per l'Italia ammontano a 52 miliardi di euro di cui 41,5 sono fondi Ue e 10,5 fondi nazionali, con media di spesa annua di  7,4 miliardi di euro, pari al periodo precedente, da spalmare sui tre strumenti di pagamento.
Il 52 per cento dei fondi confluisce nei pagamenti diretti con media annua di 3,8 miliardi di euro, l'8 per cento nelle misure di mercato - all'Ocm vino toccano 4 miliardi di euro con media annua di 0,6 miliardi - e il 40 per cento nello Sviluppo rurale che dispone di 10,5 miliardi di euro.


Angelo Frascarelli docente dell'Università di Perugia facoltà di Agraria

Novità che riguarda i pagamenti diretti è lo spacchettamento in sette tipologie di pagamenti a formare una torta, chiamata a Bruxelles 'lasagna', a sette strati - di cui tre facoltativi - dei quali l'Italia ne attiverà cinque e i primi tre saranno accessibili a tutti .
Rientrano qui i pagamenti di base conferiti ad ettaro che porteranno nel 2015 un titolo a tutti compresi i vitivinicoltori che non hanno mai ricevuto aiuti.
Il valore, definito secondo il principio di 'regionalizzazione', sarà uniforme a livello regionale per tutti con l'obiettivo di giungere gradualmente entro il 2020, secondo il principio di 'convergenza', a un valore medio uniforme di 320 euro a livello nazionale.

I vigneti, e questa spiega Frascarelli è una grande vittoria politica, accedono di diritto al pagamento ecologico o Greening mentre resta da dirimere, si saprà qualcosa la prossima settimana, la posizione che l'Italia assumerà, scegliendo tra una visione 'forte' richiesta dalle Organizzazioni professionali e una 'debole' proposta dalle regioni, per definire l'agricoltore attivo.

Per ciò che concerne i diritti d'impianto, spariranno dalla fine del 2015. Sarà introdotto, dal 2016, un sistema di autorizzazione amministrativa per i nuovi impianti che darà la possibilità di incrementare dell'uno per cento annuo le superfici fino al 2030. La finalità è quella di un passaggio graduale che scongiuri gravi sconvolgimenti temuti con una liberalizzazione repentina e non regolata.
La durata dei diritti d'impianto non utilizzati in possesso dei viticoltori è estesa a cinque anni entro i quali, chi ha estirpato il vigneto, può procedere a un reimpianto. 

Cresce, infine, il peso dello Sviluppo rurale nel quale sono contenute misure ambientali cui potrà accedere il settore vitivinicolo; ad esempio la misura 10.1 'pagamenti per impegni agro-climatici-ambientali'.
Le misure sono in fase di definizione; le regioni dovranno inviare i Psr alla Comunità europea entro il 22 luglio e l'approvazione comunitaria dei Psr dovrà avvenire entro settembre-novembre 2014.

Innovazione e ricerca presente e futura

Innovare ascoltando i bisogni dell'utilizzatore finale è l'impegno che Same Deutz Fahr ha preso nei confronti dei suio clienti viticoltori. 
Come spiegato da Stefano Tacchinardi direttore commerciale Italia Sdf, la gamma di trattori specializzati di casa ha seguito uno sviluppo tecnologico volto a generare vantaggi economici, produttivi, di sicurezza e comfort per l'operatore. 

Si tratta di macchine molto specifiche per dimensioni dotate di un alto livello tecnologico nel quale rientrano, per citarne alcuni, un sistema a cinque marce  Overspeed a regolazione elettronica, il Powershift a tre stadi che consente la selezione di tre velocità intermedie senza l'uso della frizione, l'inversore idraulico con frizioni multidisco separate per marcia avanti e in retromarcia, il Comfort Clutch ovvero la frizione a pulsante sulla leva delle marce e nei modelli con inversore idraulico, la funzione Stop&go cui si aggiunge la regolazione elettronica del motore.


Stefano Tacchinardi direttore commerciale Italia Sdf

Per il futuro, Tacchinardi pone al centro tre tematiche.
"Entro il 2015 - spiega -, il Gruppo Sdf offrirà sospensioni indipendenti dall'assale anteriore capaci di aumentare la stabilità, l'angolo di sterzata a parità di gommature e carreggiata, la stabilità su strada e al ribaltamento, il controllo dell'assetto trattrice con attrezzature anteriori e un miglioramento del comfort per l'operatore".
All'assale sospeso con ruote indipendenti il Gruppo aggiunge sul piatto l'evoluzione dell'idraulica a livello di gestione dei comandi che, dotata di più linee di comando, permetterà di gestire più attrezzature contemporaneamente e la cabina che passerà dall'attuale categoria 2 alla certificazione di categoria 4 per la protezione dell'operatore dagli agenti inquinanti come richiesto dalle normative vigenti.

A chiudere gli interventi in tema di innovazione e ricerca, Mauro Coatti head specialist Syngenta Italia.
Partendo dalla sfida 'nutrire il pianeta in modo sostenibile' in considerazione del fatto che la popolazione mondiale è in forte crescita, Coatti ha spiegato come l'ambizione dell'azienda sia dare un contributo al radicale cambiamento della produttività agricola mondiale per raggiungere una maggiore sicurezza alimentare in modo ambientalmente sostenibile.

Obiettivo che prende il nome di 'Growt Plan' e si pone come target più cibo e meno spreco di risorse attraverso l'aumento di efficenza delle colture, più biodiversità e meno degrado ambientale preservando i terreni agricoli e favorendo lo sviluppo della biodiversità e, infine, più salute e meno povertà rafforzando i piccoli produttori, contribuendo alla sicurezza delle persone.

In tal senso, in Italia, Syngenta declina il proprio impegno concreto in tre elementi fondamentali: promuovere un'agricoltura intensiva sostenibile, salvaguardare la qualità delle produzioni e promuovere le peculiarità delle filiere agroalimentari italiane.