Luignano (CR), 28 aprile 2011 - In collaborazione con associazioni e aziende del settore agricolo, è stata organizzata dalla Provincia di Cremona una giornata in campo incentrata sulla minima lavorazione dei suoli e sulla semina su sodo. Argomenti entrambi di grande attualità, tant che nei Psr regionali 2011 sono stati previsti contributi anche per questo tipo di pratiche agronomiche. Presso l'azienda Cervi Ciboldi di Luignano di Sesto Cremonese si sono quindi incontrati agricoltori, terzisti, rivenditori e case produttrici di macchine agricole. Ma anche rappresentanti di associazioni e università, per condividere i principi base su cui si fondano le pratiche miranti alla conservazione del suolo agrario. Per scongiurare il fenomeno dell'erosione vanno infatti adottate precise "buone pratiche di campo", come mantenere una minima copertura del suolo per 12 mesi all'anno, come pure evitare lavorazioni profonde, come l'aratura. Questa rimescola infatti gli strati superficiali di terreno e diluisce lungo il profilo la sostanza organica, la quale è invece bene resti più concentrata nei primi centimetri del profilo. Questo almeno quando la protezione della superficie sia la priorità che ci si è posti. Secondo Tommaso Maggiore, dell'Università degli Studi di Milano, limitarsi al campo non basta. Per Maggiore va adottata invece una visione più integrata della gestione aziendale. La semina su sodo, o la minima lavorazione, sono rese infatti difficili se per esempio si deve operare su terreni solcati da "ormaie" lasciate dalle precedenti lavorazioni. Seguire le regole dell'agricoltura conservativa implica quindi operare scelte precise anche su altri parametri gestionali, come l'adozione di pneumatici capaci di operare a bassissime pressioni in campo, ma che consentano al contempo il trasporto celere su strada. Implica anche avere l'accortezza di non entrare in campo quando le condizioni del terreno favoriscano lo sprofondamento. Una delle ragioni per cui l'agricoltura conservativa stenta a decollare, secondo Maggiore, deriva infatti dalla necessità per le aziende agricole di modificare sensibilmente la propria organizzazione e struttura aziendale. Se a questo si aggiunge che la "conservativa" poco si adatta a terreni molto sciolti e sabbiosi, ben si comprende perché le pratiche convenzionali di lavorazione del terreno continuino a rappresentare la maggior parte dell'agricoltura italiana. Ora però il "Priority Health Check" europeo mostra ricadute importanti, visto che si è trasformato in misure nazionali che tramite i "Piani di sviluppo rurale" daranno incentivi interessanti per chi volesse compiere il "grande balzo" verso la conservativa. La "Misura 214", approvata il 31 marzo 2011, prevede contributi dei "Piani di sviluppo rurale" che in Lombardia premieranno la semina su sodo con contributi di 208 €/ha, che però salgono a 290 €/ha se si seminano colture intercalari (le ormai note "cover crops") e arrivano addirittura a 360 €/ha se in azienda si pratichi la fertilizzazione tramite interramento dei liquami anziché spargimento. Ma non è solo la semina su sodo a essere premiata dai Psr lombardi. Anche nel caso si scelga di operare secondo pratiche di minima lavorazione, i contributi annuali sono comunque di 190 €/ha, che divengono 272 €/ha con il ricorso alle "cover crops" e 342 €/ha se alle prime due voci si aggiunge anche l'interramento liquami. L'adesione al contributo ha durata quinquennale e le domande vanno presentate entro il 15 maggio 2011 (per informazioni: www.agricoltura.regione.lombardia.it). Per accedere ai contributi è necessario però rispettare regole ben precisa, compreso l'utilizzo di macchinari idonei allo scopo. Perché mica tutti lo sono e sarà compito dei singoli costruttori dimostrare obiettivamente di essere in grado di fornirli per come sono richiesti.

 

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Agricoltori, terzisti, dealers, tecnici e studenti: l'Agricoltura Conservativa è per tutti

 

Le prove in campo

 

I campi dell'azienda Cervi Ciboldi sono stati solcati da macchine per la lavorazione e per la semina che le rispettive aziende produttrici propongono per le pratiche di minima lavorazione e semina su sodo. I "campioni" schierati appartengono a società leader del settore, come Kuhn, Gaspardo, Monosem, Pottinger, MA/AG, Bella, Bertini, Solà, Mainardi, Er.Mo e Semeato. Trainati da trattori John Deere, Same, New Holland, Claas e Case IH, questi macchinari hanno dato prova delle rispettive capacità nell'operare sui primi centimetri di terreno. Parametri da rispettare in modo assoluto: la profondità limite di 15 cm e la presenza dopo la passata di almeno il 30% della superficie del campo coperta dai residui colturali. Un valore minimo che non sempre è stato rispettato, mentre in altri casi si è raggiunto un buon 50%. Vi è quindi da prestare particolare attenzione al momento della scelta. Perché una macchina pienamente efficiente e produttiva sui campi convenzionali potrebbe non essere idonea alle operazioni sulle parcelle che beneficiano degli specifici contributi Psr. Anche il parco macchine dei terzisti dovrà perciò essere concepito come un mix tecnologico, atto a rispondere a entrambe le richieste aziendali.

 

Guarda il filmato con la carrellata dei macchinari e dei trattori impiegati