"Nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza...".
Così Guccini ricorda, nella Canzone dei dodici mesi, che ottobre è tempo di vendemmia. Operazione tanto delicata quanto impegnativa che - insieme alle potature invernale ed estiva - incide significativamente sui costi di produzione arrivando ad assorbire fino al 90% del tempo utile alla gestione del vigneto.

 

Raccolta dell'uva: manuale o meccanica?

Vantaggioso sotto molto aspetti, l'impiego di vendemmiatrici semoventi o trainate - macchine scavallatrici dei filari e composte da un gruppo di raccolta (scuotitori o battitori per il distacco degli acini), uno di intercettazione dell'uva in caduta, uno di trasporto e pulizia, uno di scarico diretto o di stoccaggio del prodotto raccolto - ottimizza la raccolta dell'uva da vino e riduce gli interventi manuali tra i filari.

L'uso su larga scala delle macchine in vigneto, in particolare delle vendemmiatrici, ha ridotto le ore lavoro uomo/anno/ettaro dalle mille ore della metà del Novecento alle circa 50 dei primi anni duemila (Intrieri et al, 1998). Ciò nonostante, in molti casi, la vendemmia manuale - che consente di raccogliere 70-130 chilogrammi di prodotto all'ora per persona - è ancora preferita a quella meccanica per paura di un abbassamento della qualità del prodotto da vinificare.
Per scegliere in modo consapevole, è però necessario un confronto che tenga conto delle diverse variabili capaci di condizionare la raccolta: tipo di vigneto, varietà, forma di allevamento, altezza dei grappoli, quantità di fogliame, annata e, naturalmente, tipologia di vendemmiatrice.

La raccolta meccanica limita le problematiche legate alla manodopera, riduce i tempi di lavoro e, permettendo di avviare le operazioni al momento giusto, è più tempestiva in relazione alle differenti epoche di maturazione dei vitigni. Certo, la vendemmia manuale consente di selezionare l'uva in base allo stadio di maturazione e allo stato sanitario, ma organi di scuotimento delle macchine ben regolati evitano il distacco di acini verdi e disseccati.
In entrambi i casi, la perdita di prodotto rimane alta e può superare il 3%, mentre, tra le criticità della vendemmia meccanica, si annoverano il possibile danneggiamento delle piante - è sconsigliata la raccolta meccanica in vigneti con meno di 5 anni - e l'eventuale presenza di materiali estranei.
 
Vendemmiatrice trainata Gregoire G3.250 ad Enovitis in campo 2017
Vendemmiatrice trainata Gregoire G3.250 ad Enovitis in campo 2017
 

Fondamentale per ottenere buoni risultati dalla raccolta meccanica è la scelta della vendemmiatrice e, ancora di più, la sua regolazione. Meccanizzare la produzione diventa conveniente per appezzamenti di almeno 30-35 ettari nel caso di vigneti Doc poco produttivi o di almeno 10-20 ettari nel caso di appezzamenti più produttivi.
In questi ultimi, a seconda che si utilizzi una vendemmiatrice trainata o semovente, l'acquisto di una macchina rispetto al servizio contoterzi va valutato per superfici pari ad almeno 50-55 ettari per un modello semovente e di circa 25 ettari per un modello trainato.
 

Status quo della vendemmia meccanica

Dati relativamente recenti (Andreotti et al, 2007) rilevano che le vendemmiatrici attive al livello globale sono circa 38mila e che le più diffuse sono quelle a scuotimento orizzontale, seguite a distanza da quelle a scuotimento verticale utilizzate soprattutto in Italia e negli Stati Uniti. California, Nuova Zelanda, Australia, Cile, Sudafrica e Argentina superano la soglia del 90% delle superfici con raccolta meccanica, mentre in Europa primeggiano Germania e Francia.
Quest'ultima si distingue per il cospicuo parco macchine nazionale, che opera anche in zone con vitigni pregiati.

L' Italia, pur essendo il primo produttore mondiale di vino con 632mila ettari vitati (dati Istat, 2011), conta poco più di 2.600 vendemmiatrici (dati costruttori italiani, 2012), di cui circa 2.200 trainate e 400 semoventi. Un parco macchine limitato dalle superfici medie aziendali ridotte, delle pendenze elevate, delle forme d'allevamento che poco si prestano ad essere meccanizzate, nonché dalla diffidenza dei viticoltori.

Tuttavia, nell'ultimo periodo, soprattutto in alcune regioni, l'accorpamento delle aziende viticole, la scarsa disponibilità di manodopera, l'esigenza di contenere i costi di produzione e la forte competizione sui mercati internazionali stanno spingendo gli operatori - forti del supporto dei Regolamenti CE n. 479/2008 e n. 555/2008 - ad investire nell'ammodernamento dei vigneti e in sistemi di allevamento più razionali maggiormente vocati alla raccolta meccanica.
 

Vendemmiatrice semovente Bargam V-Track TRS 30 ad Enovitis in campo 2018
Vendemmiatrice semovente Bargam V-Track TRS 30 ad Enovitis in campo 2018

Regioni maggiormente meccanizzate, Veneto, Toscana, Sicilia, Friuli ed Emilia Romagna prediligono le vendemmiatrici a scuotimento orizzontale, ideali in forme di allevamento ad alberello e a controspalliera. Affiancano queste macchine modelli a scuotimento verticale (per doppia cortina e controspalliera mobilizzata) e a pulsazione verticale (per tendone e pergola).
Con un mercato di circa 170-190 unità all'anno, l'Italia annovera tra i main brand per fatturato Volentieri-Pellenc, New Holland Braud e SDF Gregoire, seguiti da Alma, Ero e Tanesini Technology specializzata in vendemmiatrici a scuotimento verticale.

 

Focus sui modelli a scuotimento orizzontale

Tra le più diffuse in Italia (arrivano all'87% del totale) e indicate per tutti i sistemi di allevamento a parete (cordone speronato, cordone libero, guyot), le vendemmiatrici a scuotimento orizzontale possono essere semoventi oppure trainate, che richiedono potenze di 70-90 cavalli.
Le semoventi, a loro agio anche con interfile di 1.50 metri e palificazioni alte 2 metri (1.5 metri per le trainate), utilizzano scuotitori attivi su fasce produttive larghe al massimo 1.50-1.95 metri. Per valori maggiori si può aumentare il numero di scuotitori, rischiando però intasamenti e maggiori perdite.

Il filare è avvolto da una "testata di raccolta" - incernierata e sospesa sul telaio portante - che è libera di muoversi e si adatta in continuo alla mutevole disposizione dei ceppi evitando danneggiamenti della vegetazione. Coppie di scuotitori sagomati (curvi o lineari) e vincolati (bloccati su entrambi i lati) provvedono al distacco dell'uva.
Gli scuotitori trasferiscono agli acini un'energia cinetica tale da vincere la resistenza meccanica di adesione al peduncolo e li fanno cadere nel dispositivo di ricezione. L'altezza di raccolta, il numero, l'ampiezza, la frequenza, la distanza e l'accelerazione dei battitori sono regolate manualmente o automaticamente - in quasi tutti i casi - dal posto di guida.

Le scaglie mobili o i panieri del dispositivo di ricezione agevolano il passaggio di ceppi e pali, l'intercettazione del vendemmiato ed il suo convogliamento ai nastri trasportatori laterali. Realizzate in plastica, caratterizzate da una rigidezza variabile e dotate di ritorno automatico con un sistema di molle-ammortizzatore, le scaglie sono inclinate di 15-35 gradi così da facilitare il rovesciamento del prodotto sui nastri trasportatori. In materiale sintetico, i panieri sono indicati per evitare danni alle piante.
I nastri trasportatori laterali portano il prodotto al serbatoio di stoccaggio, mentre gli aspiratori per la pulizia separano eventuali materiali estranei dall'uva.
 

Vendemmiatrice semovente New Holland Braud 9050 L al Sitevi 2017
Vendemmiatrice semovente New Holland Braud 9050 L al Sitevi 2017


Nell'ampia offerta di vendemmiatrici a scuotimento orizzontale semoventi, Optimum di Volentieri-Pellenc monta la testata Selectiv'Process e il sistema Activ' per l'allineamento automatico sul filare, mentre Braud 9000 X-L-M di New Holland - con dispositivo SDC per lo scuotimento a dinamismo controllato e sistema IMS 2.0 per la gestione intelligente delle funzioni - dispone di un tool per il controllo del lavaggio dalla cabina.
Performanti anche le serie G7 e G8 di Gregoire con dispositivo AutopincH per l'aggiustamento continuo, automatico dell'apertura degli scuotitori e sistema EASYpilot per la guida automatica non basata su Gps. Inoltre, sono messe rispettivamente a disposizione da Volentieri-Pellenc e Gregoire le vendemmiatrici trainate 8000 - disponibili nei modelli 8050-8090 - e G Prima I - G3, proposte nelle varianti G3.230-G3.250.

 

Vendemmiatrici semoventi o trainate? Questo è il dilemma

Simili per qualità del lavoro, le vendemmiatrici semoventi a scuotimento orizzontale offrono - rispetto alle sorelle trainate - un tunnel di raccolta più lungo per una capacità di lavoro del 10-20% superiore e una cabina dominante la testata di raccolta per una visibilità migliore sui filari.

Anche in termini di produttività oraria, manovrabilità e velocità su strada le differenze si fanno sentire. In un intervallo di 200 ore, le vendemmiatrici trainate - meno efficienti - possono lavorare circa 70 ettari di vigneto contro i 170-200 ettari delle semoventi. L'elevata lunghezza delle trainate le rende meno agili nei cambi di direzione e nelle manovre ma, contrariamente alle semoventi che su strada viaggiano a 25-30 chilometri orari, possono arrivare a 40-45 chilometri orari.

Fattore determinante nella scelta, il costo premia senza dubbio le trainate che con un valore di 70-80mila euro (130-160mila euro per le semoventi) hanno trovato grande diffusione in Italia. Certamente più onerose, le semoventi - a fronte di una capacità di lavoro maggiore e di un'ergonomia superiore - sono dotate di telai porta attrezzi (per nebulizzatori, potatrici, legatrici) per eseguire trattamenti, potature, concimazioni e quindi vantano tempi di ammortamento della spesa ragionevoli.
 
Vendemmiatrice semovente Pellenc Optimum 890 al Sitevi 2017
Vendemmiatrice semovente Pellenc Optimum 890 al Sitevi 2017

 

Innovazione a... grappoli

Importanti innovazioni sulla strada del perfezionamento tecnologico dei modelli a scuotimento orizzontale percorsa dalle case costruttrici - che puntano al costante miglioramento delle prestazioni, della sicurezza, del comfort, dei consumi e della qualità dell'uva raccolta - sono le telecamere e i computer di bordo.
Le prime permettono di ispezionare i punti meno visibili direttamente dalla cabina, mentre i secondi svolgono numerose funzioni tra cui la gestione, la memorizzazione dei parametri di funzionamento e il controllo dei consumi in funzione delle potenze richieste.

Nell'ottica di un approccio di precision farming, si assiste allo sviluppo di vendemmiatrici per la viticoltura di precisione, capaci di eseguire la vendemmia selettiva servendosi di mappe tematiche realizzate con sistemi di posizionamento Gps e tool di acquisizione remoti e prossimali.
I dati raccolti da satelliti, droni, sensori e centraline in campo sono usati per generare mappe di vigore, che - inserite nei computer dei mezzi - indicano la posizione dei grappoli più maturi e di qualità migliore. In più, dai dati forniti da sensori montati sulle vendemmiatrici per la stima del grado zuccherino, del pH, del contenuto di antociani, del peso o del volume dell'uva si ottengono mappe quali-quantitative di prescrizione, che - alternative a quelle di vigore - consentono lo smistamento delle uve in due distinti serbatoi.

Il modello New Holland Braud HQS utilizza sensori ottici per leggere la mappa della vendemmia e - in tempo reale sulla base di due parametri qualitativi - separare tramite attuatori i grappoli in due differenti cassoni ottenendo due qualità di raccolta da un unico vigneto.
Altrettanto innovative, le Gregoire G7 e G8 con il sistema Neomap realizzano mappe di rendimento del vigneto in tempo reale grazie ad un sensore interno per la misura della quantità di uva raccolta, ad un tool per la georeferenziazione dei valori misurati e ad una pesa georeferenziata integrata.

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