Migliorare l'alimentazione delle vacche significa accrescere le performance produttive in quanto a quantità e qualità del latte. Se la dieta unifeed (il cosiddetto 'piatto unico') sembra ormai essere diventata lo standard di riferimento, ci sono ancora molti margini di miglioramento e la tecnologia arriva in soccorso dell'agricoltore.
 

Unifeed, il pranzo è servito!

L'approccio unifeed si basa sulla preparazione di una miscela di vari alimenti (insilati, fieno, concentrati, sottoprodotti, etc.) che deve essere omogenea nella composizione e uniforme nel tempo. La razione deve poi essere disponibile ad libitum per l'animale che deve potersi nutrire quando ne sente la necessità.

Gli aspetti positivi della dieta unifeed sono noti. L'animale ingerisce tutti gli alimenti, senza avere la possibilità di scegliere quello più appetibile e, peggio, scartare la parte meno gradita per una alimentazione più equilibrata, ricca e varia. Questo porta ad una diminuzione dei problemi digestivi e ad un aumento della produzione di latte e della sua qualità.

Elemento chiave di questo approccio all'alimentazione bovina é il carro miscelatore, che dimensionato sulle reali necessità aziendali deve essere in grado di lavorare i vari alimenti senza degradarne la qualità e avendo cura di tagliare le fibre ad una lunghezza ottimale. Ma anche di generare una razione soffice e omogenea, distribuita in maniera costante per tutta la lunghezza della corsia di alimentazione.
 
Sgariboldi Serie 6000 é una macchina autocaricante
Sgariboldi Serie 6000 é un carro misceltaore autocaricante

 

Una questione di lunghezza

Uno degli aspetti chiave dell'alimentazione unifeed é la lunghezza della fibra. Vari studi hanno dimostrato che una lunghezza di 3-5 centimetri é ideale perché permette all'apparato digerente dell'animale di lavorare in maniera corretta e al contempo impedisce al bovino di avere una alimentazione selettiva.

L'esperienza dimostra però che non sempre la razione esce dal carro miscelatore come dovrebbe. Può capitare che per molteplici ragioni (distrazione o errata valutazione dell'operatore, cambi di personale, mancanza di tempo, etc.) le fibre siano triturate in maniera eccessiva o non sufficiente.
 
Il sistema VisioMix di Dinamica Generale
Il sistema VisioMix di Dinamica Generale

Per questo Dinamica Generale, azienda mantovana, ha sviluppato un sensore ottico applicabile al fondo del cassone che con l'ausilio di illuminazione Led, scatta fotografie al foraggio per misurare in maniera automatica lunghezza e omogeneitá delle fibre. Un software di computer vision identifica il segmento di fibra e ne valuta la lunghezza inviando un segnale quando questa raggiunge il valore desiderato. La soluzione é in fase di test presso alcune aziende agricole, fanno sapere dall'azienda, ma presto sarà lanciata sul mercato.

Si tratta di un grande aiuto per l'operatore che può contare su un sistema di allerta che lo avverte quando le caratteristiche fisiche della razione sono ideali per l'alimentazione bovina”, spiega a Macgest Carlo Bisaglia, primo ricercatore del Crea-Ing.
 

Potenza solo quando necessaria

Per migliorare la gestione della razione e ridurre i consumi di carburante nei grandi carri trainati a due e tre cloclee, KUHN ha presentato al Sima di Parigi il sistema CVT IntelliMix. Si tratta di un dispositivo elettronico Isobus compatibile applicato ad una trasmissione a variazione continua che consente di modulare la velocità di miscelazione e la richiesta di potenza a seconda della lavorazione che viene effettuata. Il tutto si traduce in una diminuzione dei consumi di carburante e della riduzione sensibile dei rischi di sovraccarico della trattrice in fase di avvio.
 

Il sistema IntelliMix può essere utilizzato in tre modalitá. La modalità completamente manuale consente la riduzione della richiesta di coppia al trattore all'avvio della miscelazione e l'adattamento continuo della velocità delle coclee. La modalità Automix-Autofeed invece controlla la velocità preimpostata delle coclee in fase di miscelazione o distribuzione. La terza, Autotorcente, prevede che il computer adegui automaticamente la velocità delle coclee calcolando la potenza necessaria alla trasmissione CVT e confrontandola con quella del trattore.
 

Qualità dell'insilato sotto controllo grazie al sensore NIR

Soprattutto parlando di insilato dove le caratteristiche del prodotto sono molto variabili e il rischio di caricare una quantità non corretta di prodotto è reale, i sensori possono essere davvero buoni alleati.

Prendendo ad esempio l'insilato di mais, una percentuale elevata di umidità ne il valore nutrizionale per unità mentre, un basso contenuto di acqua (magari perché ad inizio trincea) offre una concentrazione di nutrienti più elevata. Di conseguenza, basarsi solo sul peso o volume del prodotto da caricare, non rappresenta un parametro sufficiente per aderire alla ricetta della razione alimentare.

Esistono sensori NIR (Near Infra-Red, ndr) che senza essere invasivi, misurano alcuni parametri dell'insilato come l'umidità, la percentuale di proteine, di grassi o di amido”, spiega Bisaglia. “Questi sensori possono essere installati sulla fresa del carro oppure in altri punti di passaggio dell'ingrediente per monitorarne le qualità. Un algoritmo adegua poi i volumi caricati a seconda della reale composizione del prodotto”.
 

Nel caso dunque in cui l'insilato abbia una umidità superiore a quella prevista, il carro miscelatore adatterà la quantità di prodotto da caricare aumentandola e, viceversa, riducendola nel caso sia più bassa del previsto. “La percentuale di umidità é un fattore molto critico nell'alimentazione bovina perché a parità di peso una razione molto umida é meno nutritiva. E questo impatta sulla capacità della vacca di produrre latte o aumentare di peso”.

La funzione di ricalcolo del peso di prodotto da caricare in base alla misura della sostanza secca in tempo reale è un brevetto di Dinamica Generale. EvoNIR é il sensore sviluppato dalla ditta mantovana, installabile sia sulla fresa che sul cassone del carro miscelatore, che permette di trasformare il carro in un dispositivo IoT. Questo infatti scambia dati sulla qualità della razione preparata e distribuita al software DTM Cloud che gestisce il processo di alimentazione con l'obiettivo di aumentare efficienza e sostenibilità degli allevamenti.

A montare questo genere di sensore in Italia sono diversi costruttori come Siloking, Storchi, Sgariboldi e Faresin. Oltre al sensore Nir montato sulla fresa del carro sono in commercio versioni portatili utilizzabili in trincea o in prossimità della corsia di alimentazione per valutare l'omogeneità della razione e la sua composizione.
 

Robot in stalla, non solo mungitura

L'utilizzo di robot per automatizzare alcuni processi in stalla é ormai sdoganato, anche se la loro reale presenza sul territorio italiano é ancora contenuta. Se i robot di mungitura sono le macchine più utilizzate, esistono anche robot per la preparazione e la somministrazione della razione.

Esempi sono Vector dell'olandese Lely MixMeister 3000 dell'austriaca Wesserbauer. Entrambe le soluzioni si basano sulla costruzione di un'area coperta (chiamata 'cucina') per lo stoccaggio dei vari alimenti utilizzati in funzione della razione da distribuire.
Nel caso di Vector un binario sospeso sopra i serbatoi movimenta una pinza che, prelevati gli ingredienti, li riversa in maniera automatica (seguendo la razione dettata dal software) nell'unità mobile. Nel caso di MixMeister, ogni contenitore utilizza una fresa per il carico del prodotto su un nastro trasportatore che finisce nella coclea dell'unità mobile.
 

Il carro miscelatore lavora la razione e successivamente la distribuisce in stalla. La soluzione della Lely si muove autonomamente seguendo un binario magnetico al suolo (che non crea intralcio in stalla) e grazie ad un sensore laser monitora il livello di disponibilità dell'alimento. MixMeister 3000 é agganciato ad un binario sospeso e, come un "maggiordomo", spinge l'alimento verso la mangiatoia e, a fine lavoro, torna nella posizione di sosta.
 

I robot di alimentazione rappresentano una valida soluzione per le aziende che vogliono ridurre la manodopera, avere flessibilità nel lavoro e che soprattutto vogliono evitare errori”, spiega Bisaglia. “Questi robot infatti sono molto precisi nella preparazione della razione e grazie ai sensori Nir assicurano costanza, giorno dopo giorno, nella preparazione della razione”.

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